Infrastruttura della ricerca: un’indagine sui professionisti sanitari
In linea con gli obiettivi del progetto Forward è stata realizzata una survey che ha coinvolto oltre mille professionisti della sanità italiana per fotografare la percezione del management della ricerca da parte di chi in prima persona contribuisce alla crescita della ricerca biomedica nel nostro paese. La survey è stata realizzata grazie alla partecipazione dei medici specialisti e ricercatori incontrati in occasione di quattro congressi nazionali che hanno coinvolto ematologi, epidemiologi, oncologi, cardiologi e farmacisti ospedalieri.
DESCRIZIONE DEL CAMPIONE
Presentiamo qui un’anticipazione dei risultati che si riferiscono a 113 partecipanti al congresso della Società di ematologia (Roma, 15-18 ottobre) e a 73 partecipanti al congresso dell’Associazione italiana di epidemiologia (Mantova, 25-27 ottobre). L’appartenenza geografica del campione riflette in parte la sede congressuale con il 58% degli ematologi provenienti dal centro sud e il 58% degli epidemiologi dal nord. L’età media di chi ha compilato la survey è di 45 anni.
Solo una piccola parte dei partecipanti alla survey non svolge alcuna attività di ricerca (5%), mentre quasi la totalità è molto o abbastanza attivo (84%). La ricerca ha “poco” rilievo per l’11% del campione intervistato. L’attività di ricerca predominante tra gli epidemiologi è osservazionale (76%), mentre tra gli ematologi è di tipo sperimentale (58%). Tra le due discipline si riscontra inoltre una marcata differenza sulla provenienza dei finanziamenti: l’attività di ricerca degli ematologi è sostenuta per la gran parte dai finanziamenti pubblico-privato o solo privati, mentre quella degli epidemiologi riceve più finanziamenti pubblici o misti e mai dalle sole aziende private.
Il finanziamento delle ricerche a cui partecipi è prevalentemente…
Sul reperimento dei finanziamenti per la ricerca, il 41% degli ematologi ed epidemiologi dichiara che nella propria struttura la gestione è affidata ad altri colleghi, il 35% ha invece maturato una buona esperienza di fundraising e il restante 24% riconosce di non avere nessuna competenza in merito.
Per quanto riguarda l’accesso ai finanziamenti per i progetti di ricerca:
Più della metà dei rispondenti definisce l’infrastruttura della ricerca quell’insieme di competenze e di tecnologie utili a pianificare, svolgere e disseminare i progetti di ricerca (il 68% degli ematologi e il 73% degli epidemiologi). Circa un quarto la riconduce alle tecnologie utili alla ricerca, quali laboratori, banche dati, software (il 26% degli ematologi e il 25% degli epidemiologi), mentre i pochi restanti la associano alle risorse finanziare dedicate specificamente all’attività di ricerca (il 6% degli ematologi e il 3% degli epidemiologi).
Cosa si intende per infrastruttura della ricerca?
Le due categorie professionali rispondono diversamente per quanto riguarda la scelta degli obiettivi di un’infrastruttura efficiente. Gli ematologi mettono al primo e al secondo posto l’ottimizzazione degli investimenti per la ricerca e sostenibilità e la formazione dei ricercatori e operatori sanitari coinvolti nella ricerca; mentre gli epidemiologi danno molto più valore al raggiungimento dei risultati utili in termini di salute per la popolazione e in seconda istanza all’ottimizzazione degli investimenti.
Tra gli obiettivi di un’infrastruttura della ricerca efficiente, quale ha più
valore?
Quale indicheresti al secondo posto?
La quasi totalità degli ematologi ed epidemiologi (90%) considera molto importante per la propria professione accedere all’informazione scientifica. Il 74% degli epidemiologi risponde che l’accesso online alle riviste e banche dati è garantito nella propria struttura, a fronte del 58% degli ematologi che, inoltre, incontrano maggiore difficoltà nel ritrovamento delle informazioni biomediche nonostante siano un anello essenziale nel ciclo della produzione e disseminazione dei risultati della ricerca.