Una survey per sondare la percezione del concetto di big data su un campione di professionisti che lavorano in ambito sanitario: medici di medicina generale, oncologi, epidemiologi.
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1. DESCRIZIONE DEL CAMPIONE
Il questionario è stato compilato da 674 professionisti su 2150 (31,3% del totale) iscritti ai seguenti convegni in cui la survey è stata presentata: congresso nazionale della Associazione italiana di epidemiologia (Torino, 19-21 ottobre 2016) e a 278 oncologi partecipanti al meeting annuale dell’Associazione italiana di oncologia medica (Roma, 28-30 ottobre 2016), congresso nazionale della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Roma, 24-26 novembre 2016).
Il confronto indica più disponibili a rispondere al questionario gli epidemiologi (46,7% dei partecipanti alla rilevazione su i presenti al congresso), seguiti dai medici di medicina generale (32,6%) e dagli oncologi (27,8%). Quella dei medici di medicina generale è l’area di appartenenza più rappresentata nel campione, con il 48,4% sul totale dei rispondenti, seguita dall’area degli oncologi che rappresenta il 41,2%, mentre il dato più basso si registra presso l’area degli epidemiologi con il 10,4%.
La rappresentanza di genere dei rispondenti risulta equilibrata, con una leggera prevalenza delle femmine che costituiscono il 51,8% del totale. L’età dichiarata dai rispondenti vede il maggior numero di soggetti con età compresa tra i 18 e i 40 anni (39,3%) e da coloro che hanno un’età compresa tra i 41 e i 60 anni (37,7%). Solo il 23,0% appartiene alla classe degli ultrasessantenni.
Per quanto riguarda la collocazione territoriale dei rispondenti, chi ha compilato il questionario lavora soprattutto nel nord e nel centro Italia, rispettivamente il 34,9% e il 33,2% degli intervistati. Nel sud dell’Italia lavora il 23,4% dei rispondenti; dalle Isole proviene un numero minore di partecipanti al sondaggio: l’8,5%.
2. ARTE DEI RISULTATI
È interessante mettere a confronto le risposte alla prima domanda della survey. Per gli epidemiologi ci sono pochi dubbi che siano le tre V a caratterizzare i big data. I più incerti sembrano i medici di medicina generale, che si distribuiscono tra chi sostiene che i big data siano legati alle 3V, alle 3S o alle 3P. Gli oncologi appaiono mediamente preparati, più della metà dei rispondenti conosce le tre caratteristiche peculiari dei big data.
Con il termine big data si fa generalmente riferimento a dati caratterizzati da…
È diverso anche l’orientamento espresso a proposito delle le fonti che contribuiscono all’alimentazione dei big data in ambito sanitario. Colpisce la differente considerazione dei dati che scaturiscono dalla ricerca sperimentale, dati tipicamente strutturati e non necessariamente “big”: tra le quattro tipologie suggerite l’epidemiologo non ha dubbi, identificando quasi esclusivamente negli electronic health record la fonte di numeri ad alto volume, variabilità e velocità di produzione; mentre i medici di medicina generale e gli oncologi si dividono tra electronic health record e risultati di studi controllati randomizzati o di studi osservazionali.
In ambito sanitario, a proposito di quali fonti possiamo parlare di big data?