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Influencer L'ultima parola

La caccia al fantomatico influencer

L'ultima parola del numero di Forward "Influencer"

Jeff Jarvis
fantomatico influencer
Fotografia di Lorenzo De Simone

Un messaggio si diffonde non per chi lo ha pronunciato, ma perché vale la pena diffonderlo. Cosa ci spinge a diffonderlo? In primo luogo, ancora una volta, lo diffondiamo se può essere raccolto e se è rilevante; ha valore per noi e pensiamo che avrà valore per gli altri. In secondo luogo, la fiducia o l’autorità sono un fattore importante. Se Clay Shirky, Jay Rosen o Kevin Marks mi suggeriscono di cliccare su un link, è più probabile che io lo faccia perché li considero e mi fido del loro giudizio e in passato ho scoperto che vale la pena seguire i loro consigli. Ma se seguissi la signorina Kardashian (non la seguo) e lei mi dicesse di cliccare su un link, sarei meno propenso a farlo, sia perché non fa parte dello stesso ambiente culturale dei miei amici e non ho alcun rapporto con lei, sia perché ho visto che cliccare sui suoi link mi dà pessimi risultati. Avere fiducia, riconoscere autorevolezza o esperienza equivale a farsi infl­uenzare? In una cerchia ristretta di amici reali, non credo. E in ogni caso, avere solo una piccola cerchia di amici non è quell’in­fluenza che-induce-l’acquisto che i responsabili marketing vanno cercando.

(…)

Cosa significa questo per chi fa marketing sui social media? Credo significhi che devono rileggere il Cluetrain Manifesto [1] e riconoscere che i messaggi e gli in­fluencer non sono il futuro del marketing, ma le conversazioni e le relazioni. Non si può aggirare l’ostacolo. Non ci sono scorciatoie.

Pensateci. Non voglio che qualcuno mi in­fluenzi. Non voglio essere inf­luenzato. L’idea di scovare gli influencer è un concetto di marketing molto vecchio: lanciare messaggi a persone che non li hanno richiesti. La ricerca di infl­uencer non fa altro che perpetuare gli errori del marketing del passato. È ora di  finirla.

Jeff Jarvis
The hunt for the elusive influencer
Business Insider, 2 aprile 2010

Nota bibliografia

1. Il Cluetrain Manifesto è un insieme di 95 tesi curate da David Weinberger, Christopher Locke, Doc Searles e Rick Levine. Pubblicato in forma di libro e online, è organizzato e presentato come un manifesto, o invito all’azione, per tutti gli attori che operano all’interno della rete, ciò intesa come un nuovo mercato interconnesso.