Se il manicomio di Gorizia, situato sul confine orientale, descrive in modo emblematico l’affinità tra confine e manicomi, relegati il più possibile lontano dal centro abitato, le mura, le sbarre, le porte chiuse sancivano in ogni caso un confine tra dentro e fuori. Un confine che divideva un mondo utopico di persone normali e un mondo di persone da allontanare dal contesto sociale. Per questo motivo abbiamo scelto di ospitare all’interno di questo numero di Forward il reportage di Giacomo Doni. A partire dal 2006 il fotografo ha girato le strutture ormai chiuse che non si sono riconvertite a diverso uso dopo la riforma del 1978, con l’intento di documentare e di tutelare la memoria storica ma anche di divulgare storie di questo importante spaccato storico e sociale del nostro Paese.
L’immagine in evidenza: Racconigi, 2011. Questo corridoio è situato a fianco di una sala operatoria, al primo piano della struttura manicomiale. Ricordo che rimasi rapito dalle geometrie, dai colori e dal silenzio che invade questi spazi. Negli anni successivi questo luogo è stato vittima di violenti atti di vandalismo che, insieme all’incuria e al passaggio del tempo, ne hanno compromesso la sua struttura, trasformando questo scatto in una delle ultime immagini visibili del manicomio di Racconigi.
Giacomo Doni