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Confini Articoli

Dai LEA ai LEP: una nuova sfida per Agenas

Per garantire la governance nell’autonomia regionale e la tutela dell’equità sociosanitaria

Francesco Enrichens

Project manager Progetto Pon Gov Cronicità Agenas

By Marzo 2023Marzo 27th, 2023Nessun commento
autonomia differenziata delle Regioni
Fotografia di Giacomo Doni

Già oggi la parte preminente della gestione della sanità è affidata alle Regioni, condotta con notevole autonomia se si considera che la sanità insiste su circa l’80 per cento dei bilanci di una Regione. L’organizzazione e la gestione dei servizi sanitari è stata delegata a Regioni e Province autonome con la storica riforma costituzionale nel 2001 del Titolo V – Capo II che ha inserito la tutela della salute tra le materie di potestà legislativa concorrente previste dall’articolo 117, terzo comma. La missione del Ministero della salute e il ruolo dello Stato in materia di sanità si sono così trasformati da funzione preminente di organizzatori e gestori di servizi a quella di garanti dell’equità sul territorio nazionale. Lo Stato definisce in materia sanitaria i principi fondamentali con legge quadro, definisce i Lea cioè il livelli essenziali di assistenza che devono essere erogati e garantiti su tutto il territorio nazionale. Il Comitato Lea ne verifica l’attuazione attraverso un lavoro istruttorio preparato dagli uffici del Ministero con il supporto di Agenas che monitora l’equità dei livelli di assistenza valutando che le organizzazioni siano in grado di assicurare i Lea in maniera uniforme a tutti i cittadini.

L’esercizio congiunto Stato-Regioni garantisce un contesto di unità nel rispetto delle diversità e le eterogeneità senza negarne l’esistenza.

L’autonomia passando per le prestazioni

È in questa specifica organizzazione del nostro servizio sanitario che si inserisce il disegno di legge (ddl) per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario. Il ddl recepisce i contenuti del documento approvato all’unanimità dalla Conferenza delle Regioni, in attuazione del principio di decentramento amministrativo e della semplificazione delle procedure definendo i principi generali per l’attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia in attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione.

Tale ulteriore attribuzione di autonomia è concessa subordinatamente alla determinazione dei relativi livelli essenziali delle prestazioni, i cosiddetti Lep, concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, della Costituzione. L’obiettivo è sburocratizzare i vari procedimenti a fronte di una distribuzione di competenze che meglio risponda ai principi di sussidiarietà e differenziazione.

I Lep sono determinati con decreto del presidente del Consiglio dei ministri. A tal fine, l’ultima legge di bilancio ha istituito a Palazzo Chigi una cabina di regia che entro la fine del 2023 deve individuarli sulla base delle indicazioni della Commissione tecnica per i fabbisogni standard. Le risorse umane, strumentali e finanziarie per l’esercizio di tali funzioni sono determinate da una commissione paritetica Stato-Regioni, il finanziamento avviene attraverso compartecipazioni al gettito di uno o più tributi o entrate erariali regionali. Sono previste nel ddl misure perequative e di promozione dello sviluppo economico, della coesione e della solidarietà sociale garantendo l’esercizio effettivo dei diritti civili e sociali attraverso interventi speciali anche nelle Regioni che non concludono intese.

Il ddl ha impatto a livello nazionale per la materia salute poiché la sanità costituisce più dei due terzi della finanza delle Regioni, come già accennato, e rappresenta la gran parte dell’attività politico amministrativa degli enti regionali. L’esercizio congiunto Stato-Regioni garantisce un contesto di unità nel rispetto delle diversità e le eterogeneità senza negarne l’esistenza; e in tal senso si è espresso il ministro Schillaci che ha sottolineato la necessità che le Regioni “siano guidate dal Ministero che deve conservare un ruolo di guida e garantire un meccanismo virtuoso insieme alle Regioni per capire chi lavora meglio e aiutare chi è in difficoltà”.

Agenas innesterà un dialogo virtuoso e costruttivo da parte di tutti gli attori istituzionali – Stato, Regioni e Comuni – che dovranno accelerare il ragionamento su un servizio sociosanitario integrato.

Il (nuovo) ruolo di Agenas

Proprio in questo contesto si inserisce e si rende ancora più necessario il ruolo di Agenas, sia nella già consolidata funzione di supporto alle Regioni nella erogazione dei Lea sia nella importante sfida che si aprirà con la definizione dei Lep. Questa necessariamente innesterà un dialogo virtuoso e costruttivo da parte di tutti gli attori istituzionali (Stato e Regioni, ma anche Comuni) che dovranno accelerare il ragionamento su un servizio sociosanitario integrato – e non solo sanitario da una parte e sociale dall’altra. In questo senso Agenas sta fornendo un importante contributo in molte realtà, seguendo esperienze importanti, quali ad esempio il progetto europeo Pon Gov Ict e Cronicità che – attraverso la costruzione di una numerosa e attiva comunità di pratica – mira a monitorare le buone pratiche sociosanitarie nel contesto delle Regioni e anche dei Comuni e delle aziende sanitarie, fino alle sinergie tra distretti e autonomie locali.

In conclusione, dove la erogazione dei servizi è ordinata a rete, come nella sanità e nel sociale, la gestione e la programmazione degli stessi può essere decentrata, purché vi siano istituzioni di riferimento autorevole che individuano standard, verificano l’attuazione e il rispetto dei medesimi e sono in grado di intervenire virtuosamente quando gli standard non vengono rispettati. In un contesto quale quello che si va delineando, caratterizzato da un più elastico esercizio della potestà centrale di governo, Agenas, quale ente vigilato del Ministero della salute che già per mandato istituzionale assicura la propria collaborazione tecnico-operativa alle Regioni, per sua propria natura si pone ancor più come autorevole riferimento per garantire equità e omogeneità anche attraverso il supporto alla programmazione.

Articolo ricevuto il 21 febbraio 2023.