Le aree urbane sono particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici in particolare a causa dell’atteso incremento delle ondate di calore i cui effetti sulla salute possono essere aggravati dalla presenza dell’isola di calore urbana causata dalla elevata densità del costruito e dall’uso di materiali che impediscono la naturale traspirazione. Con una quota sempre maggiore di popolazione che vive nelle aree urbane, emerge chiaramente la centralità di risposte che coinvolgano le città nella risposta ai cambiamenti climatici.
In particolare, le nature-based solutions sono uno degli elementi di una pianificazione urbana sostenibile oltre che una misura di adattamento ai cambiamenti climatici per il potenziale di riduzione dell’isola di calore, associata anche ad altre ricadute positive sul benessere psicologico, sulle relazioni sociali e sull’attività fisica, soprattutto nei bambini. Anche nell’ambito della mitigazione dei cambiamenti climatici è cruciale adottare un health-centered approach in modo da prioritarizzate misure di mitigazione associate ai maggiori cobenefici per la salute [1]. L’ultimo “Lancet Countdown report” [2] per l’Europa suggerisce che alcuni esempi importanti di cobenefici possono risultare da strategie urbane basate sul potenziamento del “trasporto attivo” a piedi e in bicicletta, per l’incremento dei livelli di attività fisica e relative ricadute positive sulla salute, e da cambiamenti verso una dieta sana e sostenibile, permettendo di ridurre i decessi attribuibili alla cattiva alimentazione, ad esempio per un eccessivo consumo di carne rossa.
In Italia, a maggio di quest’anno, si è concluso il progetto “Climactions – Adattamento e mitigazione ai Cambiamenti CLIMAtici: intervenTI urbani per la promOzioNe della Salute” [3], finanziato dal Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie del Ministero della salute in sei Regioni italiane rappresentative del nord, centro e sud del Paese (Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Lazio, Puglia e Sicilia), che ha prodotto evidenze utili agli stakeholder locali ai fini di promuovere strategie di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici nel contesto urbano con focus sulla riduzione dell’isola di calore urbana e sulla mobilità attiva, attraverso una collaborazione interdisciplinare tra epidemiologi, architetti, botanici, climatologi, esperti nella formazione.
The bad news
Il progetto conferma un quadro allarmante della attuale vulnerabilità della popolazione delle grandi aree urbane partecipanti al progetto a molteplici fattori di rischio ambientali (inquinamento atmosferico, elevate temperature urbane, alta densità abitativa e di strade ad alto traffico, scarsità di verde), e sociali, con una quota di popolazione che vive in un’area ad elevata vulnerabilità compresa tra il 30-40 per cento a Bologna, Roma e Torino e tra il 20-25 per cento a Bari e Palermo. Un altro dato allarmante emerge da una survey condotta nelle regioni partecipanti, che testimonia la preponderanza del ricorso al mezzo privato per gli spostamenti casa-lavoro nel periodo pre-pandemia, con un elevato impatto in termini di emissioni inquinanti e di gas serra, con un valore medio di emissioni, pari a 2 kg di CO2 pro-capite/giorno.
The good news
Risultati incoraggianti vengono dall’analisi dell’impatto di potenziali scenari di mitigazione nelle città incluse nel progetto, basati ad esempio su nature-based solutions e associati a diminuzioni della temperatura urbana tra 1,3 e 2 gradi centigradi, con conseguenti benefici in termini di riduzioni nei decessi attribuibili al caldo in tutte le città, comprese tra 25-35 per cento nel primo scenario e tra il 40-60 cento nel secondo scenario. Anche i casi studi locali, attraverso simulazioni di nature-based solutions e variazione di albedo e realizzazione ex-novo di nuove aree verdi o manutenzione di infrastrutture esistenti, hanno confermato l’impatto positivo sul microclima e sulla salute in luoghi specifici della città e in un caso anche in una scuola. Anche per quanto riguarda la mobilità casa-lavoro, il progetto fornisce delle prospettive positive. Nella survey è emerso che l’introduzione dello smart working a seguito dell’emergenza covid-19 ha permesso di ridurre la carbon footprint individuale da 2 a 1,5 kg pro-capite/giorno. Ulteriori benefici in termini di riduzione delle emissioni si possono avere da una combinazione di smart working e tragitto a piedi: sostituire parte del viaggio con soli 4 km al giorno percorsi a piedi permetterebbe di ridurre a solo 0,5 kg le emissioni giornaliere pro-capite di CO2 per gli spostamenti casa-lavoro.
È cruciale estendere a livello nazionale la rete interdisciplinare Climactions e realizzare azioni di advocacy per accelerare nelle città italiane un cambiamento moltiplicatore di azioni.
The way forward
Nonostante il quadro degli impegni internazionali nella risposta ai cambiamenti climatici sia al momento deludente, nella decisione dei Paesi partecipanti all’ultima Conference of parties, la Cop27, la tutela della salute dei più vulnerabili dai rischi associati ai cambiamenti climatici è riconosciuta come elemento imprescindibile, insieme alla tutela delle risorse naturali nella mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, considerando anche il potenziale contributo derivante dalle nature-based solutions [4]. In questa fase, in attesa di un quadro di impegni più efficace e ambizioso, è cruciale estendere a livello nazionale la rete interdisciplinare costruita in Climactions nonché realizzare azioni di advocacy verso le istituzioni locali, in modo da accelerare nelle città italiane un cambiamento moltiplicatore di azioni di mobilità sostenibile, di miglioramento delle infrastrutture naturali urbane e di sensibilizzazione della popolazione verso stili di vita più sostenibili, con l’obiettivo di rendere le città più resilienti, vivibili e connesse.
Bibliografia
[1] Ipcc, 2022 Sixth assessment report – www.ipcc.ch/assessment-report/ar6/
[2] Van Daalen KR, Romanello M, Rocklöv J, et al. The 2022 Europe report of the Lancet Countdown on health and climate change: towards a climate resilient future. Lancet Public Health 2022 Nov;7:e942-e965.
[3] Progetto Climactions – www.deplazio.net/climactions/index.html
[4] Sharm el-Sheikh implementation Plan. Revised draft decision -/CP.27 –www.unfccc.int/sites/default/files/resource/cp2022_L19_adv.pdf