Il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici in atto rappresentano una sfida fondamentale e decisiva per l’umanità perché determinano profondamente il modo in cui viviamo sul nostro pianeta. Questi cambiamenti sono largamente dovuti all’immissione in atmosfera dei gas serra alteranti prodotti dalle attività antropiche. La ricerca scientifica ha mostrato e spiegato molto approfonditamente come si sia già espresso e come si esprimerà il cambiamento climatico nel Mediterraneo [1,2], con l’incremento delle temperature annuali, spinte in alto soprattutto dai periodi estivi e invernali, con l’anticipo e l’espansione delle estati caratterizzate sempre più frequentemente da ondate di calore e scarsità di precipitazioni. Questo quadro rende il Mare nostrum uno dei cosiddetti “hotspot” o luoghi chiave dell’impatto del cambiamento climatico in corso.
Quei danni lenti e progressivi
In questo complesso e inquietante quadro la siccità può essere sicuramente annoverata tra gli eventi climatici estremi a elevato impatto sull’ambiente. La siccità rappresenta una “riduzione temporanea del normale regime di piogge” e può manifestarsi ovunque. I suoi effetti possono essere ulteriormente aggravati da altri fattori climatici concomitanti, quali temperature elevate, scarsa umidità atmosferica e vento. Normalmente, al suo esordio, si mostra in maniera lenta e progressiva, rendendo così difficile il suo riconoscimento. La sua dinamica è spesso prolungata e cumulativa. Durante un evento siccitoso l’intensità e l’estensione spaziale possono presentare caratteristiche estremamente variabili, sia nel tempo, con accelerazioni e rallentamenti, sia nello spazio. Infine gli impatti sull’ambiente e le attività umane possono manifestarsi anche con molti mesi di ritardo, ma anche sommarsi e persistere dopo temporanei momenti di ristoro dovuti a limitate precipitazioni. Di conseguenza le azioni di risposta e contrasto sono spesso caratterizzate da ritardi, depotenziando così la loro efficacia e aumentando i conseguenti costi umani ed economici. L’uso intensivo dell’acqua e una sua cattiva gestione, inoltre, possono esacerbare la scarsità idrica di un territorio sottoposto a siccità, aumentando così la vulnerabilità ambientale e socioeconomica.
Quando gli eventi siccitosi si protraggono per lunghi periodi, la loro gestione diviene ancor più complessa e difficile. Il persistente deficit idrico infatti, unito ad altre condizioni meteo-climatiche, può, ad esempio: produrre un progressivo disseccamento e una compattazione dei terreni con conseguenti modifiche delle loro proprietà chimico-fisiche; determinare una riduzione delle portate dei fiumi con conseguente aumento delle concentrazioni degli inquinanti; far abbassare i livelli delle falde sotterranee aumentando il pericolo di salinizzazione e di intrusione del cuneo salino nelle aree costiere; far aumentare la vulnerabilità della vegetazione ad attacchi parassitari e fungini quando esposta a stress di tipo abiotico dovuti a concomitanti ondate di calore.

Fonte: report MedECC 2020 – www.medecc.org
Gli attori del cambiamento
Nei decenni futuri, se non riusciremo ad invertire l’attuale ritmo di emissioni di gas serra alteranti, queste tendenze potrebbero essere ulteriormente accelerate. Si stima che nel Mediterraneo, per un aumento di temperatura di 2 gradi centigradi a livello mondiale, la disponibilità di acqua potrebbe diminuire del 2-15 per cento, valori tra i più alti a scala planetaria. Ciò sarebbe causato dall’aumento di occorrenza e intensità di eventi siccitosi con pesanti ripercussioni sulle attività umane e un conseguente aumento della popolazione esposta [3]. Il recente evento siccitoso, iniziato nel 2021 e proseguito nel 2022, ha interessato oltre che le regioni settentrionali italiane anche vaste aree di Francia, Spagna e Germania e ha messo in evidenza quanto pervasiva possa essere la pressione esercitata sulla società da un periodo di siccità prolungato. Questo evento ha infatti mostrato una immagine concreta degli effetti del riscaldamento globale e ricordato come anche società ben organizzate e preparate non siano al sicuro dagli impatti degli eventi climatici estremi.
Serve un cambiamento trasformativo intenso e persistente ai diversi livelli della società, sempre radicato su informazioni scientifiche pertinenti.
È proprio da queste evidenze che dobbiamo rilanciare costantemente le azioni e gli sforzi per sviluppare efficaci strategie di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici. Si tratta di processi in cui politici, imprenditori, scienziati e cittadini dovranno adottare una nuova modalità di pensiero e apprendimento, in un processo di trasformazione continua. Tutto ciò implica un cambiamento trasformativo intenso e persistente ai diversi livelli della società, sempre radicato su informazioni scientifiche pertinenti.
Le istituzioni possono e devono svolgere un ruolo sostanziale all’interno di questo processo di trasformazione. Tutte le parti interessate devono essere infatti consapevoli dei potenziali impatti negativi e delle minacce associate con il cambiamento climatico, ma al contempo devono impegnarsi non solo nel dibattito. Serve soprattutto un’azione trasformativa che possa sviluppare e implementare innovative e ambiziose strategie per vincere la grande sfida proposta dal riscaldamento globale e i cambiamenti climatici.
Bibliografia
[1] Report Ipcc 2021. Climate change 2021: the physical science basis.
[2] Report Ipcc 2022. Climate change 2022: impacts, adaptation, and vulnerability.
[3] MedEcc 2020. Climate and environmental change in the Mediterranean basin – Current situation and risks for the future. First Mediterranean assessment report.