È una buona notizia perché non si può intervenire sul talento.
Il talento può essere sprecato, ma è impossibile da acquisire.
Ci nasciamo, col talento. È radicato in noi.
Un’abilità, invece, può essere imparata.
E l’apprendimento richiede tempo e impegno, e ognuno di noi ha entrambe le cose.
Purtroppo, l’apprendimento richiede anche di convivere con la paura e con l’incompetenza. Perché anche se oggi ci sentissimo pronti nell’apprendere una cosa nuova ci renderemmo conto di una cosa importante. Proprio nel momento che precede l’acquisizione di una competenza – in quel breve momento che può durare anni – scopriremmo di non essere (ancora) abbastanza bravi.
Torniamo alle buone notizie.
Una volta messo a punto il nostro vocabolario e capito che la leva sulla quale agire non è il talento ma l’abilità, possiamo iniziare a essere sinceri.
Se ci teniamo abbastanza, possiamo imparare.
Se fossimo sufficientemente motivati, faremmo esercizio.
E se ci tenessimo davvero, proveremmo fino a quando quell’abilità non fosse stata acquisita.
Dire a chi ha sviluppato una competenza che ha del “talento” equivale a insultarlo. Se la vuoi, un’abilità diventa tua.
Andare in bicicletta, parlare in pubblico, aiutare un paziente, fare il giocoliere con tre palline, scrivere una poesia, allenare una squadra, trovare la strada da percorrere: sono tutte competenze, non c’entra il talento.
Sono tue, se le vuoi.