Lo spirito con cui stavamo costruendo questo nuovo numero di Forward prendeva spunto dal senso stesso del progetto Forward: guardare avanti e provare a studiare cosa sarà utile fare ora per allora. L’impatto della pandemia sarebbe già stato abbastanza per dare impulso alla voglia, anche in sanità, di ripensare al meglio le cose, progettarle e quindi per ripartire. Purtroppo, viviamo tempi in cui si fa fatica a vedere la fine dell’urto che questa “guerra” per la salute ha provocato e a cui ora se ne aggiunge un’altra, nel senso più crudo e questa volta per niente figurato del termine.
Proprio per questo le proposte e il lavoro di chi pensa a come rilanciare l’organizzazione sanitaria, l’assistenza, la ricerca e la cura delle persone – senza distruggere ma mettendo in campo la giusta programmazione – diventano preziosi e un moto di resistenza e di modernità.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, spesso citato nelle pagine che seguono, è stato al centro delle discussioni del gruppo di lavoro Forward poiché riteniamo che rappresenti un’occasione unica per pensare a una nuova programmazione dell’assistenza e della ricerca in sanità. Si tratterà quindi di come aprirsi al meglio alle nuove tecnologie ma anche di come ammodernare il riferimento ai valori che caratterizzano il nostro Servizio sanitario nazionale. Per questo, sarà utile sperimentare e prepararsi a cogliere dalla ricerca i contributi migliori.
La prospettiva dei nuovi finanziamenti non può risolversi solo in come attrezzarsi per consumare insensatamente e impropriamente maggiori risorse. Questo è quello che brutalmente fa la guerra.