In alcuni settori questo titolo non è un ossimoro. Abbiamo bisogno di regole per interpretare la medicina del futuro e che ci permettano di leggere i fenomeni, riconoscerli, studiarli e governarli. Eppure spesso il lavoro di chi si occupa di formulare, aggiornare e mantenere le regole del gioco in medicina, i regulators, è associato a termini come burocrazia, formalismo, lungaggine o altri sinonimi che indicano ostacoli all’innovazione. In questo nuovo numero di Forward cerchiamo di approfondire quanto le regole siano in realtà indispensabili, non solo in medicina, per saper leggere la realtà quotidiana e governare l’incertezza.
Solo la definizione di un limite, un linguaggio, una metrica, uno standard di riferimento ci permette di muoverci e capire tutto quello che ci circonda. Allo stesso tempo non possiamo negare che vi sia il forte rischio che le regole assumano valore per sé stesse diventando in questo caso – fin dai tempi di Socrate – capaci di essere pericolose se non addirittura letali.
In questo contesto la costruzione delle regole che permettono di far emergere l’innovazione nella cura non può essere rappresentata come un lavoro conservativo, ma piuttosto come l’impegno di chi accompagna e sostiene l’applicazione della medicina del futuro.
Tenendo conto di ciò, in medicina le regole non dovrebbero diventare il soggetto principale in quanto tale e lo sforzo dei regulators andrebbe collocato proprio tra coloro che cercano di costruire cornici interpretative e applicative dedicate all’obbiettivo principale che rimane la salute e la cura del paziente.