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Una salute in movimento

La Comunità di Sant’Egidio a Roma: mediatore tra la popolazione fragile e il Ssn

Daniela Pompei

Comunità di Sant’Egidio

By Ottobre 2021Febbraio 13th, 2023Nessun commento
Fotografia di Claudio Colotti

La Comunità di Sant’Egidio è molto impegnata nel favorire l’accesso alle cure, soprattutto nei casi in cui esistano complessità di tipo linguistico o culturale. Attualmente, stiamo portando avanti un percorso con le persone senza dimora, immigrate e con il popolo rom sull’importanza della vaccinazione, per guidarli piano piano verso una consapevolezza diversa, che vada al di là di ciò che, di confuso, si sente dire sui vaccini. E la risposta è molto positiva, stiamo osservando un’aderenza altissima per entrambe le dosi.

Una realtà che merita attenzione è anche quella rappresentata dalle donne in stato di gravidanza, non soltanto di religione islamica ma anche cristiana (siriane), che vivono una difficoltà culturale nel farsi visitare da uomini. Un altro momento complesso, che richiede necessariamente una mediazione culturale, è legato al conflitto che si innesca quando le donne che hanno vissuto molti parti cesarei, per questioni culturali, vorrebbero continuare ad avere figli. Questo spesso provoca un allontanamento dal medico, dalle cure. Infatti, un tema a cui teniamo molto, che riscontriamo particolarmente nelle donne che provengono dall’Europa dell’Est o dal Perù, riguarda la scarsa consapevolezza della prevenzione. Accade spesso di incontrare donne che trascurano le cure e arrivano in condizioni gravissime da noi, per esempio in uno stadio di malattia oncologica difficilissimo da curare. Questo si verifica perché non conoscono il nostro sistema di prevenzione oppure perché vivono in solitudine. Pensiamo alle tante donne ucraine che vivono il dramma di una guerra lontana oramai dimenticata, che mantengono figli e nipoti con il loro lavoro e non si curano. Donne che fanno moltissimi sacrifici, che pensano moltissimo alle loro famiglie, ma si ritrovano sole. Ma qualcosa di positivo accade a scuola. La scuola di lingua e cultura italiana che gestiamo è frequentata per la maggior parte da donne, o per via del ruolo sociale di cura che ricoprono o perché questo è l’unico ambiente in cui possono parlare un’altra lingua, che le aiuti a comunicare con gli insegnati dei figli, per esempio. Qui, abbiamo avviato anche corsi sul tema della prevenzione sanitaria in sinergia con le asl locali.

La Comunità ha sempre avuto un’attenzione particolare al tema della salute e dell’accesso alle cure. Per esempio si impegna per offrire supporto sia per l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale (Ssn) sia per recuperare i documenti (per i senza dimora). Infatti, in caso non abbiano il permesso di soggiorno, o siano in attesa di riceverlo, le persone di cui ci occupiamo non possono accedere al Ssn. La presenza della Comunità di Sant’Egidio è fondamentale in questo passaggio perché fa da mediatore tra il Ssn e la popolazione fragile.

Credo sia utile che si diffonda un’idea di sanità mobile, che sia la salute ad avvicinarsi alle persone.

Spesso sono i nostri volontari a spostarsi in tutti i luoghi della città, andando a cercare le persone in strada, nelle periferie, grazie anche alle cosiddette “cene itineranti”, provando a portare le persone che lo necessitano nelle nostre sedi o negli ospedali, quando la situazione lo richiede. In generale, credo sia utile che si diffonda un’idea di sanità mobile, che sia la salute ad avvicinarsi alle persone. Tornando al tema dei vaccini, abbiamo accolto migliaia di persone e continuiamo ad andare avanti, contestualmente iscriviamo le persone al Ssn e assegniamo loro un medico. Stiamo facendo emergere un mondo di cui nemmeno noi eravamo a conoscenza, tante sono le persone. È per questo che è importante aprire dei luoghi che facilitino al massimo l’accesso amministrativo, che non pongano ostacoli, che accolgano le tantissime richieste che stiamo ricevendo. Quello che chiediamo è che questa popolazione sia inserita, attraverso la nostra mediazione, come chiunque altro, nel percorso sanitario pubblico.