Durante gli ultimi dodici mesi circa, il cambiamento climatico è diventato terribilmente reale. L’intera costa ovest degli Stati Uniti è in fiamme. Il cielo californiano è di un color rosso sangue – esattamente come quello australiano all’inizio dell’anno. Il 2020 è l’anno in cui il mondo l’ha finalmente capito, con le maniere forti: il cambiamento climatico non è uno scherzo. Sta producendo una serie di catastrofi che la razza umana non ha mai sperimentato prima d’ora.
Il “cambiamento” climatico non è soltanto un cambiamento delle condizioni climatiche. Rappresenta una trasformazione del mondo tanto geografica quanto temporale, che va contro la vivibilità dell’essere umano. Le stagioni stanno cambiando. Possiamo davvero chiamarla “estate” quella di quest’anno in California – è davvero questa la parola da usare quando le alte temperature record stanno minacciando le reti elettriche e la sicurezza umana? È ciò che una volta veniva chiamata la “stagione degli incendi” – siate prudenti, state al sicuro – che sembra più un inferno, dal quale la gente sta semplicemente scappando?
Il “cambiamento” climatico non è soltanto un cambiamento delle condizioni climatiche. Rappresenta una trasformazione del mondo tanto geografica quanto temporale, che va contro la vivibilità dell’essere umano.
Allo stesso modo, quelli che una volta erano centri urbani, città e regioni si stanno trasformando in “aree di incendio e inondazione”. Se questa è la stagione degli incendi nel 2020, cosa sarà nel 2025? E se, come potremmo aspettarci, ogni estate, in zone come la California e l’Australia, gli enormi incendi diventeranno praticamente la nuova normalità? Cosa succederà a questo punto?
Una prima risposta è che le condizioni di vivibilità umana stanno cambiando – velocemente. Mezzo milione di persone in Oregon sono appena state evacuate. Quante di queste persone ritorneranno e ci resteranno, se questo è ciò che dovranno affrontare praticamente ogni anno? La risposta più semplice è che il cambiamento climatico sta rendendo molte parti del mondo non vivibili. E tutto sta succedendo in modo paradossale e sconcertante. Molto più velocemente di quanto pensiamo, ma più lentamente di quanto possiamo crederlo, tutto di fronte ai nostri increduli occhi. Un attimo – la California non potrà davvero diventare invivibile, vero? LOL – assolutamente no, è la California! Troveranno un modo per… per. Per cosa? Per far sì che enormi muraglie di fuoco non inceneriscano tutto ciò che incontrano? Siamo testimoni di un pianeta che si sta trasformando in un luogo non più adatto all’uomo, se non ai suoi confini più remoti.
C’è una sorta di giustizia poetica in tutto ciò. Il cambiamento climatico è antropogenico, come si suol dire – siamo noi ad averlo causato.
C’è una sorta di giustizia poetica in tutto ciò. Il cambiamento climatico è antropogenico, come si suol dire – siamo noi ad averlo causato. Sarebbe più corretto dire che il capitalismo di stampo americano ha causato il cambiamento climatico – perché ha fatto sì che grandi società e fondi non pagassero alcun prezzo per trasformare letteralmente il cielo in rosso sangue. Ed eccola ancora qua, la grande macchina economica che sta distruggendo il mondo, che la fa franca. Nonostante le emissioni siano diminuite considerevolmente durante il lockdown, il 2020 è già stato etichettato come l’anno con il più alto livello di anidride carbonica nel mondo.
Questa catastrofe climatica sta crescendo davanti ai nostri occhi sconcertati? La verità è che è solo l’inizio. Il mondo finora ha visto un aumento del riscaldamento globale di circa 1-1,5 gradi centigradi. Non sembra molto – ed è probabilmente per questo che, a oggi, noi come pianeta terra, e specialmente nazioni come l’America, non l’abbiamo preso seriamente in considerazione. La gente pensa ai termostati nelle loro case e dice: “1,5 gradi? Dacci un taglio – non è un problema!”
Ora sappiamo qual è il problema: 1,5 gradi sono abbastanza per iniziare a trasformare le stagioni, per trasformare l’estate in un inferno, per trasformare anche le più prosperose regioni del mondo in muraglie di fuoco, causando evacuazioni di massa, e producendo fenomeni che non potremmo neanche affrontare, come gli incendi di grosse proporzioni.
E, ancora, le migliori previsioni stimano un riscaldamento globale tra i 3 e i 4 gradi in futuro. Velocemente. Entro il 2050, probabilmente. Che tipo di mondo avremo a quel punto? Quando raggiungeremo i tre gradi, molto probabilmente luoghi come la California e l’intera costa occidentale americana saranno diventate totalmente invivibili, a eccezione per le specie più resistenti. L’estate sarà la stagione degli incendi di grandi proporzioni. Tutto sarà incenerito, più e più volte, dai tre ai sei mesi all’anno. Le catene alimentari e gli ecosistemi semplicemente imploderanno, perché, beh, chi può sopravvivere bruciando vivo di anno in anno?
Ora, estendiamo questo al mondo intero. La California è una delle potenze agroalimentari americane. Adesso, ipotizziamo che non riesca a produrre tutto ciò che generalmente produce. Improvvisamente, i prezzi saliranno alle stelle, e gli americani diventeranno affamati.
Però questo, a dire la verità, sarà l’effetto minore. Che succede se l’intera costa prenderà fuoco? Le compagnie assicurative falliranno. Le banche crolleranno. Tutte le imprese da esse supportate andranno in bancarotta. Ondate massive di disoccupazione affonderanno l’intera economia. Benvenuti nell’era della Depressione Climatica. E ci siamo già quasi dentro.
Il passo successivo della Depressione Climatica sarà il dover sostenere i costi di milioni di persone senza casa – ce ne sono già 500.000 solo in Oregon – che causerà semplicemente il prosciugamento dei fondi pubblici.
Di sicuro Facebook potrà spostare il suo quartier generale in un posto più sicuro. Ma tutti gli altri? Tutti gli altri milioni di persone? Boom! Dovranno essere aiutati da un’economia che sarà già in declino, verso una grande depressione. Il passo successivo della Depressione Climatica sarà il dover sostenere i costi di milioni di persone senza casa – ce ne sono già 500.000 solo in Oregon – che causerà semplicemente il prosciugamento dei fondi pubblici. E, così, anche delle cure sanitarie, delle pensioni, delle scuole e così via. La società inizierà a vacillare per poi frantumarsi. La gente se la prenderà con gli sfollati – anche con i loro concittadini – causati dal cambiamento climatico per aver distrutto le loro città ancora sicure. La politica autoritaria prenderà piede – e il circolo vizioso composto da depressione, povertà, implosione politica sarà al completo.
E questo solo in America. Riflettiamo un attimo su come il mondo verrà sfamato quando i suoi granai saranno diventati muraglie di fuoco. Prendiamo in considerazione per un momento come l’aria fresca e respirabile diventerà un lusso. Pensiamo a cosa potrebbe succedere quando aria e cibo decenti diventeranno beni di cui soltanto i ricchi potranno godere. La politica diventerà di stampo fascista. La violenza regnerà. Il mondo, una volta stabile, perderà il controllo (questa è solo la fase di riscaldamento – gioco di parole voluto).
E a quattro gradi? Le cose diventeranno molto, molto più apocalittiche. A questo punto, il livello del mare si innalzerà parecchio. E mentre alcune coste diventeranno muraglie di fuoco, il resto verrà inondato. E non come le inondazioni di Miami. Ma come un uragano enorme che si scaglia contro la costa ogni singolo giorno, muri di acqua risaliranno le strade di Manhattan, Londra sopravvivrà grazie alle dighe, la maggior parte del mondo si sposterà verso le vette più alte.
Cosa succederà a questo punto? Quando, per dire, tre miliardi di persone fuggiranno da inondazioni e incendi enormi e dall’innalzamento del mare – per salvarsi la vita? Abbiamo visto come la notizia dell’evacuazione di un solo stato americano abbia fatto il giro del mondo. Ora immagina cosa potrebbe succedere se la maggior parte dell’India e della Cina meridionali o il Medio Oriente diventassero invivibili. Prendi in considerazione l’idea che la gente che una volta popolava la California diventi soltanto un ricordo lontano, perché ormai invasa dal mare, quando non incenerita – e adesso il confine della vivibilità umana è nei pressi dell’Idaho. Questo a ovest. E a est? Manhattan adesso è davvero un’isola, come anche Washington, entrambe protette da enormi barriere. E il confine continentale si sarà ridotto di circa centosessanta chilometri verso l’entroterra, o forse anche più di trecento. E, tutto ciò, accompagnato da totali migrazioni umane, depressione, caos politico, e morte di massa.
Banalità come la corrente elettrica e l’acqua corrente diventeranno un lusso per pochi. E smetteranno di funzionare anche i sistemi dai quali dipendiamo.
Con quattro gradi, la nostra civilizzazione collasserebbe senza dubbio, quasi da un giorno all’altro. Banalità come la corrente elettrica e l’acqua corrente diventeranno un lusso per pochi. E smetteranno di funzionare anche i sistemi dai quali dipendiamo – sanità, ospedali, scuole, uffici. Funzioneranno a malapena, e solo per i ricchi, nelle loro cerchie ristrette. E per tutti gli altri? La vita diventerà un’amara, brutale battaglia per la sopravvivenza. Una battaglia nomade. Il confine della vivibilità umana andrà restringendosi, verso l’interno, di due, quindici chilometri all’anno. Gli incendi di grandi proporzioni raggiungeranno le città, quanto le forti inondazioni e il mare. E la gente dovrà fare i bagagli e andarsene, anno dopo anno. L’idea di stabilità diventerà, a livello geo-temporale, economico e sociale, non più concepibile. La classe medio alta di tutto il mondo si trasformerà in orde di poveri nomadi in fuga dalla violenza di un pianeta in fiamme. E i poveri del mondo? Beh, loro semplicemente staranno già morendo, perché non hanno altra possibilità.
Dobbiamo unirci per combattere per il futuro della vita su questo pianeta, che include anche la nostra.
Adesso.
La domanda che dovrebbe sorgere, specialmente negli americani, è “Mio Dio! Dimmi cosa fare per evitare tutto questo!”
Quello che noi dovremmo fare – tornerò al voi – come razza umana è semplice, senza precedenti e forse impossibile. Dobbiamo unirci per combattere per il futuro della vita su questo pianeta, che include anche la nostra.
In termini concreti, questo vuol dire: iniziare la più grande ondata di investimenti della storia umana. Dobbiamo investire in ogni cosa: dall’adattamento – vere e proprie barriere contro incendi e inondazioni, e così via – alla prevenzione, e cioè reti elettriche, infrastrutture green ed energia pulita. Dobbiamo creare meccanismi economici e finanziari per rendere tutto ciò fattibile – come ad esempio il PIL Verde e la triplice linea di fondo e bilanci di ricchezza reale, compreso il capitale naturale.
Dobbiamo investire su una scala che mai – davvero mai – è stata vista nella storia dell’umanità. Di quanto sto parlando? Dalle mie stime, di circa 20 trilioni di dollari. All’anno. Tanto quanto l’intera economia americana, per dirla tutta. È un numero impressionante. Ecco quanto costerebbe davvero iniziare a creare un futuro e un pianeta di nuovo adatto alla vita, invece di una spirale di fuoco, inondazioni, epidemie e caos. Ecco cosa servirebbe per creare un mondo con reti elettriche pulite, infrastrutture green, aria respirabile, acqua potabile e così via.
Quello che stiamo facendo a oggi non sta funzionando. Escludendo piccolissime parti del mondo – come la saggia e gentile Europa, forse. Ma il resto del mondo sta correndo adesso un grave, gravissimo rischio. Non c’è un paese sulla terra che non sarà devastato dal cambiamento climatico, a eccezione delle zone geograficamente privilegiate, come ad esempio il Canada. Le zone calde diventeranno inferni. Le zone costiere saranno sommerse. Le zone aride diventeranno pianeti alieni. La vita umana smetterà di riflettere gli impulsi e i ritmi della civilizzazione. Tutto, dal lavoro all’aria e all’acqua diventerà un lusso, e ci sarà un’ondata di morte di massa che farà sembrare covid misero e docile.
Ecco quello che noi – il Grande Noi, l’umanità – dobbiamo fare. Investire come mai prima. E a una velocità mai vista in precedenza. Abbiamo dieci anni – forse – per iniziare questo progetto di lotta per il futuro. Se non lo faremo, è praticamente sicuro che raggiungeremo almeno i quattro gradi, che segneranno la fine di tutto. Quindi il nostro tempo è arrivato.
Il che mi porta a te. Cosa puoi fare tu? Ci sono tantissime cose che puoi fare. Forse sei proprietario/a di una piccola attività. Potresti impegnarti a renderla a zero emissioni. Amica della vita. Sostenibile e verde e pulita ed etica e umana. Come consumatore, in questo sistema malsano nel quale siamo intrappolati, puoi ancora fare delle scelte migliori. Puoi smettere di finanziare orribili società che inquinano il pianeta. Puoi smettere di supportare l’allevamento nelle fabbriche e mangiare meno carne. Potresti essere più attento e consapevole all’impatto che provochi spendendo i tuoi soldi.
Stiamo lottando per il futuro della vita come la conosciamo su questo pianeta, che include la nostra.
Queste azioni potrebbero sembrare piccole. Non lo sono. Stiamo lottando per il futuro della vita come la conosciamo su questo pianeta, che include la nostra. Niente che tu possa fare è irrilevante. In ogni caso, puoi scegliere di prendere parte e combattere o non fare nulla. Un milione di piccoli cambiamenti come questi potrebbero davvero cambiare il comportamento di operatori economici cattivi, dalle grandi società ai fondi speculativi. Possono cambiare l’attitudine e i costumi culturali. Non bisogna arrendersi alla disperazione e al fatalismo. Sei già parte di questa battaglia – l’unica domanda è se ne prenderai parte oppure no.
Il che mi porta alle cose che davvero potresti “fare”. È la cosa più semplice e potente di tutte. Puoi iniziare a informarti. Su tutto quello di cui ho parlato finora. Di quanto terribile e disperata sia davvero la situazione. Quanti investimenti sono davvero necessari. Sai che succede a tre gradi? A quattro? A cinque? Scommetto che non lo sai – anche se potresti provare inutilmente a indovinare. Ma non lo saprai mai davvero. In altre parole, in tema di clima sei ancora un analfabeta.
Puoi iniziare a informarti. Di quanto terribile e disperata sia davvero la situazione.
E la ragione per la quale non lo sai, la ragione per la quale ancora sei un analfabeta in materia di clima, è che, bene, le nostre classi di intellettuali e di dirigenti hanno fallito nel creare un ambiente pubblico civilizzato. Considera che il New York Times ancora ha opinionisti che negano il cambiamento climatico… mentre l’intera costa occidentale brucia. Considera che l’Australia ha un Primo Ministro che ha negato che il cambiamento climatico abbia a che vedere con la terribile stagione degli incendi boschivi. È da sorprendersi che queste due nazioni fossero mal preparate agli incendi di grandi dimensioni?
C’è da sorprendersi che la maggior parte degli americani sia confusa sul tema del cambiamento climatico, quando nessuno effettivamente li informa su questo? Non apprenderai la verità su quello che ci aspetta dalla CNN o dal New York Times, e certamente non su Fox News. Quelli che si auto-proclamano “buoni” sono troppo impegnati a “dibattere” su verità semplici, o addolcendole, o minimizzandole. Di conseguenza, la California e l’Oregon erano totalmente impreparate al viaggio verso un’apocalisse climatica, anche se l’estate che si trasforma in un inferno è esattamente ciò che è stato predetto a questo livello di riscaldamento globale, più e più volte.
Informati. E con ciò intendo, in modo gentile e solidale: smettila di chiedere a persone come me cosa bisogna fare. Hai presente quanto tutti gli ecosistemi del mondo siano connessi gli uni agli altri? Puoi dirmi le dieci più grandi ecologie del mondo? Probabilmente no. Resti un analfabeta sul tema clima e, anche se non è colpa tua, è tua responsabilità. Restare in questo stato di analfabetismo, in ogni caso, ti farà diventare tre cose. Uno, impotente. Due, ignorante. Tre, una preda facile.
Rimaniamo nella nostra ignoranza mentre il mondo si dirige, a nostro rischio e pericolo, verso le catastrofi che ci aspetteranno nell’era di un’apocalisse che noi stessi abbiamo scatenato.
Rimaniamo nella nostra ignoranza mentre il mondo si dirige, a nostro rischio e pericolo, verso le catastrofi che ci aspetteranno nell’era di un’apocalisse che noi stessi abbiamo scatenato. Quindi informati. Accetta le responsabilità. Sii adulto. Leggi una dozzina di libri, un centinaio. Leggi centinaia di notizie, mille. Non hai nulla di meglio da fare che sprecare il tempo su Netflix? Vuoi davvero essere un bersaglio facile per fuoco e inondazioni?
Dovresti informarti su tutto ciò, più che puoi, il più velocemente possibile. Questo vuol dire essere maturi, essere coraggiosi, farsi avanti e combattere adesso. In modo da poter proteggere te stesso e la tua famiglia, i tuoi cari, la tua società, tutta l’umanità. Informati su ciò che sta per succedere. Non restare nell’ignoranza, che è precisamente il modo in cui, tristemente, il sistema vuole che tu stia – così che tu possa diventare fatalista, esausto, senza potere e senza conoscenza alcuna per poter cambiare anche solo una dannata cosa.
Siamo in lotta per proteggere il futuro. Fai parte di questa lotta. L’unica domanda è se ne sei già consapevole o meno.
Siamo in lotta per proteggere il futuro della vita come la conosciamo su questo pianeta. Fai parte di questa lotta. L’unica domanda è se ne sei già consapevole o meno. Se non lo sei, allora come molti prima di te, potresti essere soltanto carne da macello. Quindi lascia che te lo dica di nuovo. Invece di chiedere cosa fare, informati. Questa non è un’esercitazione.
Non so se possiamo vincere la battaglia per il futuro. Quel che so è che sarà meglio che ci proviamo.
Perché questa sarà la cosa più vicina all’apocalisse umana che gli esseri umani abbiano mai sperimentato. Non hai già notato che, improvvisamente, il cielo di San Francisco si sta trasformando in rosso sangue?
È facile nascondere la testa sotto la sabbia, e toglierla fuori soltanto quando le fiamme e le inondazioni saranno vicinissime. Ma a quel punto sarà ormai troppo, troppo tardi.
Traduzione dell’articolo “2020 is the year climate change is becoming terrifyingly real” di Umair Haque pubblicato online su Eudaimonia and Co, il 14 settembre 2020.