Fin da quando abbiamo cominciato a costruire questo numero dedicato al valore e ai valori in sanità abbiamo avuto la sensazione di trovarci di fronte ad un quadro che raffigura un paesaggio pieno di particolari e sfumature differenti: tutte importanti e ricche di significato. Di fronte al quadro lo sguardo continua a cercare la distanza giusta per avere una visione corretta dell’insieme ma ogni volta si corre il rischio di perdere il fuoco di qualche dettaglio essenziale.
Una conferma in più che si trattava di un tema giusto per il progetto Forward dove quello che si presenta non è un ragionamento conclusivo o il consenso su una strategia per gestire un nuovo problema. Piuttosto, per alimentare correttamente la discussione, è stato importante cercare di mettere in fila punti di vista critici e differenti tenendo conto di come il termine ha attraversato la storia della medicina recente, ma ponendo anche lo sguardo verso aspetti etici o più strettamente tecnici.
Chi deve definire il valore in sanità sa bene che la disponibilità di un nuovo intervento medico efficace e sicuro è sempre una vittoria. Allo stesso tempo la mancata accessibilità al paziente che ne ha bisogno per assenza di risorse necessarie è una sconfitta, ma ancor più una frustrazione, se non si dispone di strumenti e dati validi per capire se si è di fronte ad un reale vantaggio. Anche in questo caso il supplemento è arricchito da un confronto tra ciò che troviamo sulla più recente letteratura scientifica e le opinioni correnti di chi si pone nella pratica clinica di ogni giorno il difficile compito di governare l’accesso alle cure innovative e la sostenibilità del servizio sanitario.
La medicina corre veloce e così anche il costo dell’innovazione. In tale contesto diventa sempre più importante essere sicuri che i modelli e gli strumenti a disposizione siano realmente capaci di individuare il valore di ciò che aggiungiamo (o togliamo) dalla lista degli interventi utili alla salute del paziente.