La ricetta del successo di un’azienda sta nel poter contare su un gruppo di persone motivate che ne hanno sposato pienamente la vocazione e i valori, collaborando tra loro sostenute da una forte determinazione e da una serie di principi e obiettivi condivisi. Raggiungere dei risultati mirando solo all’aspetto economico, ma a detrimento della qualità dell’ambiente di lavoro e della valorizzazione delle persone che hanno contribuito a raggiungerli, è fallimentare. Per questo la nostra azienda pone da sempre particolare attenzione alla crescita professionale dei propri dipendenti, ha a cuore la loro qualità di vita, la tutela mediante numerose attività di supporto, ascolta e risponde alle esigenze della comunità e del singolo.
Già ampiamente ingaggiata nello smart working per il personale di sede, durante il lockdown, in piena emergenza covid-19, Servier ha messo in campo tutta la propria tecnologia per consentire di lavorare da casa, di partecipare a riunioni e dare seguito alla maggior parte delle attività per tutti, anche nel caso degli informatori scientifici.
Proprio gli informatori scientifici, infatti, tra i primi in Italia ad aver interrotto la loro attività frontale, non per questo hanno smesso di impegnarsi e dare valore al loro ruolo, anzi ne hanno rafforzato l’importanza per la classe medica. Molta attenzione e tempo sono stati dedicati a sessioni formative per accrescere le conoscenze scientifiche e tecniche necessarie per una ripresa dell’attività in sicurezza e qualità in termini di comunicazione e contenuti. Questo è stato possibile grazie a una volontà collettiva di continuare a fornire a tutti i dipendenti gli strumenti per dare seguito agli impegni presi dall’azienda sia dal punto di vista della sostenibilità economica della stessa che in termini di continuità terapeutica nei confronti dei pazienti, in una parola, la sua missione. Se da un lato abbiamo imparato che si può lavorare intensamente e raggiungere i nostri obiettivi anche lavorando da remoto, dall’altro abbiamo, tuttavia, avuto la conferma del valore delle interazioni e della vicinanza fisica tra colleghi sia dal punto di vista umano che sociale. Il lavoro, infatti, non è solo operatività ma è fatto anche da relazioni professionali che possono essere penalizzate dalla mancanza di un contatto diretto. Trovare ora un nuovo equilibrio tra “il prima e il dopo” covid-19 è una sfida decisiva, che nel nostro caso ha trovato un suo bilanciamento lavorando in parte a distanza e in parte in sede.
Sicurezza, flessibilità e livello di produttività sono assicurati, e permettono di creare quella giusta dimensione sociale che non riguarda solo l’azienda al proprio interno, ma si proietta necessariamente anche verso l’esterno.
Dobbiamo infatti tenere presente che nelle aziende farmaceutiche l’innovazione costituisce indubbiamente una leva strategica di successo. Ma il prodotto medicinale da solo, anche il più innovativo, non è sufficiente. Laddove uno degli obiettivi dell’impresa è quello di incrementare il proprio valore economico – attraverso la condivisione di tutte le persone coinvolte nel progetto, da chi sviluppa l’idea a chi fruisce del prodotto finale – è altrettanto importante per la stessa che il paziente possa usufruirne e raggiungere i suoi obiettivi terapeutici. È per questo motivo che ci siamo fortemente impegnati a sostenere i pazienti non solo nell’accesso alle terapie ma anche nel percorso di cura, promuovendo azioni che facilitino loro l’aderenza alle prescrizioni del medico, in maniera appropriata e continuativa nel tempo.
Il successo è l’esito della sintesi tra il raggiungimento di obiettivi economici e di salute, oggi più che mai strettamente interconnessi.
Sappiamo infatti che un farmaco raggiunge il proprio obiettivo se viene assunto correttamente e per la durata richiesta, pena il non riuscire a provare i benefici dimostrati nelle sperimentazioni cliniche che hanno portato alla sua approvazione e ne hanno dimostrato il valore. Questo risultato ha un valore non solo per l’azienda ma anche per il sistema paese per le sue ricadute economiche e sociali a causa dello spreco di risorse generate e che ricadono, di fatto, sul cittadino stesso. È una preoccupazione sentita sia nell’assistenza alle persone che soffrono di patologie croniche, sia nell’ambito delle terapie oncologiche. Aree differenti nei quali si osservano fenomeni diversi: in alcune malattie cardiovascolari il problema può essere quello che è stato definito “zapping farmaceutico”, un’irrequietezza che porta il malato a “saltare” da una terapia a un’altra per insicurezza sull’efficacia dei farmaci prescritti o per la sensazione di aver risolto i propri problemi. In campo oncologico, il mancato accesso ad alcune terapie può essere invece dovuto ad un’eccessiva prudenza del sistema sanitario o alla preferenza dei clinici nei confronti delle terapie consolidate. Sono queste le ragioni che motivano aziende come la nostra a sostenere attività educazionali nei confronti di chi può promuovere e tutelare l’appropriatezza prescrittiva e l’aderenza terapeutica, rendendo il paziente protagonista attivo e consapevole del proprio percorso di cura.
Il successo è quindi l’esito della sintesi tra il raggiungimento di obiettivi economici e di salute, oggi più che mai strettamente interconnessi, senza perdere di vista le azioni intraprese in termini di responsabilità sociale. Obiettivo fondamentale per un’azienda che voglia considerarsi integrata nel tessuto socioeconomico del paese.