Skip to main content
Distanza Articoli

Misurare covid-19: la distanza dai numeri reali

I dati di mortalità per comprendere l'impatto dell'epidemia di covid-19

Paola Michelozzi

Dipartimento di epidemiologia, Servizio sanitario regionale del Lazio, Asl Roma 1

By Giugno 2020Luglio 24th, 2020Nessun commento
Fotografia di Lorenzo De Simone

Siamo ancora distanti dall’esatta conoscenza della diffusione dell’infezione da sars-cov-2 in Italia. Le fonti di dati nazionali – dell’Istituto superiore di sanità (Iss) e del Dipartimento della protezione civile – forniscono un quadro riassuntivo ma impreciso dell’epidemia attraverso il numero dei contagi, dei ricoveri e dei loro esiti, dei decessi associati alla covid-19. Per ricostruire un quadro più vicino alla realtà di primaria importanza sono i numeri della mortalità totale nell’intera popolazione. Questi rappresentano un indicatore non distorto che consente di conoscere l’eccesso di mortalità attribuibile direttamente (mortalità per infezione da sars-cov-2) o indirettamente (ad esempio, per cambiamenti nell’assistenza alle persone con malattie croniche o acute durante l’emergenza) all’epidemia covid-19.

La prontezza del Sismg

All’inizio della pandemia, però, tali dati non erano disponibili per l’intero territorio nazionale e il monitoraggio dell’andamento della mortalità giornaliera è stato possibile grazie al Sistema di sorveglianza della mortalità giornaliera (Sismg), uno strumento standardizzato attivo in 32 grandi comuni italiani. Le curve dell’andamento stagionale della mortalità hanno permesso sin da subito di documentare – in concomitanza dell’epidemia covid-19 – un incremento dei decessi rispetto alla media riferita ai cinque anni precedenti (vedi grafico). Incremento preceduto da una riduzione della mortalità osservata nei mesi antecedenti all’epidemia (–8 per cento circa) attribuibile alla bassa letalità dell’influenza stagionale e alle temperature invernali al di sopra delle medie climatiche. Questo fenomeno potrebbe aver incrementato il pool di soggetti ad alto rischio per età e malattie croniche suscettibili, che si sono trovati esposti all’epidemia covid-19 a partire da fine febbraio 2020 [1].

Andamento stagionale della mortalità per settimana nelle città italiane del sistema Sismg. Gennaio 2016 – 19 maggio 2020.

Il monitoraggio ha permesso anche di rilevare grandi differenze di mortalità osservate in relazione al livello di contagio e agli interventi messi in atto e di documentare il ritorno alla “normalità”. Dopo oltre due mesi la mortalità è tornata in linea con il valore di baseline riferito ai cinque anni precedenti.

I dati del Sismg hanno inoltre evidenziato delle marcate differenze nell’andamento della curva di mortalità nelle diverse città con gli eccessi maggiori di morti registrati nel nord Italia, in primis a Brescia e a Milano (rispettivamente +143 per cento e +90 per cento rispetto alla media, dati aggiornati al 12 maggio), e anche in altre città che dovrebbero essere oggetto di valutazioni più approfondite, come per esempio Genova (+63 per cento) e Ancona (+64 per cento).

Queste disparità geografiche nella mortalità osservata sembrano inoltre confermare l’efficacia delle misure di contenimento che nel centro e nel sud del paese sono state messe in atto prima dell’arrivo del virus.

Mettere insieme dati diversi

L’Istat ha reso disponibili durante l’epidemia i dati sulla mortalità totale a livello comunale che provengono dall’integrazione dell’anagrafe nazionale della popolazione residente e dall’anagrafe tributaria; i dati, sono stati rilasciati con aggiornamenti successivi a partire dai comuni del nord, selezionati in base all’eccesso osservato. Nella loro lettura e interpretazione andrebbero però tenute in considerazione distorsioni nelle stime di interesse, conseguenti ai criteri di selezione del campione direttamente collegati alla variabile in studio.

A partire dai dati relativi a 6866 comuni italiani (87 per cento del totale), l’Istat in collaborazione con l’Iss aveva stimato un eccesso di 25.354 morti in Italia dall’inizio dell’epidemia, al 31 marzo 2020. Solo il 54 per cento di questo eccesso era diagnosticato come casi covid-19 e ben il 91 per cento era concentrato nelle regioni del nord ad alta diffusione dell’epidemia [2]. La stessa fonte di dati, aggiornata al 15 aprile, è stata utilizzata per una sottoanalisi su 4433 comuni (50 per cento circa del totale) stimando un eccesso di circa 23.000 decessi [3].

Il secondo rapporto Istat/Iss, aggiornato al 30 aprile e sulla quasi totalità dei comuni (92 per cento del totale) [4], stima un eccesso complessivo di circa 43.000 decessi, inferiore al mese precedente, confermando la fase decrescente della curva di mortalità. La riduzione della quota di mortalità totale non spiegata dalla covid-19 scende a circa il 20 per cento: si tratta di un dato interessante che andrà approfondito soprattutto in Lombardia dove si registra il maggiore decremento di mortalità.

Anche l’Inps ha prodotto le sue stime dell’eccesso di mortalità in Italia: 18.000 decessi in più, al netto della mortalità per covid-19 e del difetto di mortalità precedente l’epidemia [5]. Tutte le elaborazioni fatte hanno utilizzato la stessa banca dati ma sottoinsiemi di comuni diversi, con aggiornamenti e assunzioni diverse, producendo dunque stime diverse dell’eccesso di mortalità. I risultati sono però coerenti nell’evidenziare un incremento di mortalità molto più elevato (circa del 50 per cento) rispetto ai decessi covid-19 notificati e la necessità di analisi approfondite che sono possibili solo disponendo dei dati di mortalità per causa [3,5].

In futuro sarà importante continuare a disporre di aggiornamenti dei dati Istat di mortalità (gli unici che consentono stime a livello nazionale e regionale), verificando però la coerenza tra i dati prodotti. Accanto a questi, il Sismg garantisce un monitoraggio “real time” e consente di programmare interventi di risposta tempestivi.

Si ringrazia il gruppo di lavoro Sismg: Francesca de’ Donato, Matteo Scortichini, Manuela De Sario, Fiammetta Noccioli e Daniela Orrù del Dipartimento di epidemiologia del Ssr Lazio, e Pasqualino Rossi del Ministero della salute.

 

Bibliografia
[1] Michelozzi P, et al. Euro Surveill 2020;25:pii=2000620.
[2] Primo rapporto sull’impatto dell’epidemia covid-19 sulla mortalità totale della popolazione residente. Istat, 4 maggio 2020.
[3] Magnani C, et al. Int J Environ Res Public Health 2020;17:E3452.
[4] Secondo rapporto sull’impatto dell’epidemia covid-19 sulla mortalità totale della popolazione residente. Istat, 4 giugno 2020.
[5] Analisi della mortalità nel periodo di epidemia da covid-19. Inps, 5 maggio 2020.