Paul Cézanne frequentò l’Atelier Suisse con Camille Pissarro e nel 1862 conobbe Pierre-Auguste Renoir e Claude Monet, con i quali restò amico tutta la vita. Nel 1894 visitò Monet a Giverny dove gli furono presentati Auguste Rodin e il critico Gustave Geffroy. Che i pittori impressionisti fossero amici tra di loro è cosa risaputa, ma non è un caso isolato. Paul Klee fece un viaggio in Tunisia con August Macke e Louis Moilliet e nonostante l’incombere della prima guerra mondiale entrarono nella sua cerchia anche Franz Marc e Wassily Kandinsky, con cui si ritrovò al Bauhaus qualche anno più tardi. Ma può essere solo una coincidenza che tutti questi grandi artisti si conoscessero prima di diventare famosi?
Partendo da un diagramma di rete interattivo del Museum of modern art di New York (MoMA) – costruito nel 2012 in occasione della mostra Inventing Abstraction: 1910–1925 – Paul Ingram, professore alla Columbia business school, e Mitali Banerjee, della Scuola di studi superiori commerciali di Parigi, hanno scoperto che gli artisti con una vasta e diversificata rete di contatti sarebbero diventati famosi indipendentemente da quanto fosse creativa la loro arte [1]. Le reti, infatti, concedono l’accesso e l’accesso aumenta le opportunità. Il tempismo e il talento sono fattori importanti, ma avere la rete giusta da sfruttare quando se ne ha bisogno migliora notevolmente le probabilità di successo. Nel diagramma del MoMA sono stati inseriti oltre ottanta artisti con Pablo Picasso e Wassily Kandinsky, i più connessi, al centro.
Ingram e Banerjee hanno esaminato il ruolo che la creatività e il network hanno giocato per questi artisti, in relazione al livello di fama che hanno raggiunto. Per determinare la fama di ciascuno di loro hanno utilizzato il database di Google di testi storici in francese e inglese (dal momento che vivevano principalmente in Francia e negli Stati Uniti), registrando il numero di menzioni per ogni artista tra il 1910 e il 1925. La creatività del lavoro l’hanno stabilita con un programma che valutava quanto fossero uniche le loro opere rispetto a una serie di opere rappresentative del XIX secolo e chiedendo a quattro storici dell’arte di valutare le opere d’arte di ciascun artista per la loro creatività sulla base di fattori come l’originalità e l’innovazione. Per esaminare il network dei maestri presenti nel diagramma, invece, hanno fatto affidamento sulla ricerca del MoMA, che si basava sulle biografie e le lettere degli artisti per identificare le relazioni. Hanno analizzato le loro cerchie sociali, che includevano anche dati sulla nazionalità, il sesso e l’età, nonché i media che stavano usando e le scuole che frequentavano.
Mentre studi precedenti avevano suggerito l’esistenza di un legame tra creatività e fama, Ingram e Banerjee hanno scoperto, al contrario, che non esisteva una tale correlazione per questi artisti. Piuttosto, il modo migliore per raggiungere la fama per un artista era avere una rete di contatti in vari paesi, che potevano anche permettergli di raggiungere mercati diversi o di sviluppare idee ispirate a culture straniere. “L’importanza dello studio – ha dichiarato Ingram – è dimostrare che le diverse reti contano non solo come fonte di creatività e di fama, ma potrebbero significare altri vantaggi, su tutti avere benefici da un’identità cosmopolita”.
Bibliografia
[1] Banerjee M, Ingram P. Fame as an illusion of creativity: evidence from the pioneers of abstract art. HEC Paris Research Paper No. SPE-2018-1305. Columbia Business School Research Paper No. 18-74. Ottobre 2018.
Una celebre compagnia teatrale
Raramente si sono visti immortalati tanti artisti in un’unica foto: intorno a Pablo Picasso, nella fila in piedi, partendo da sinistra, si vedono Jacques Lacan, Cècile Éluard, Pierre Reverdy, Louise Leiris, Zanie Aubier, Valentine Hugo, Simone de Beauvoir e Brassaï. Seduti in terra sono invece Jean-Paul Sartre, Albert Camus, Michel Leiris e Jean Aubier. In una giornata di marzo del 1944, in una Francia occupata dai tedeschi, questo gruppo di intellettuali costituì, per una sola sera, la compagnia di teatro più famosa e meno commerciale che mai sia stata formata. Insieme diedero lettura, dividendosi i ruoli, della prima commedia scritta da Picasso: Le dèsir attrapè par la queue. Si racconta che poi restarono a bere e a conversare fi no all’ alba, parlando di pittura, di poesia e delle grandi speranze che erano nell’ aria. Gli amici ai quali Picasso permise di leggere la commedia la trovarono di un irresistibile umorismo, ma l’artista spagnolo si mostrò piuttosto riluttante a far conoscere la sua commedia permettendo che fosse recitata una sola volta, in modo assolutamente privato, nella sua villa di Vallauris.