Il problema delle priorità secondo i professionisti sanitari
Conoscere il punto di vista del personale sanitario sulle grandi questioni della medicina di oggi è uno degli obiettivi del progetto Forward che attraverso la survey cerca di mettere a fuoco il sentiment dei professionisti sanitari su ciascuno dei temi trattati nei numeri monografici della rivista. L’ultima survey è stata dedicata a quelle che dovrebbero essere le priorità nei servizi sanitari, nell’accesso alla prestazioni sanitarie, nella produzione di linee guida nell’attività professionale del medico, nei tempi del processo di valutazione di nuovi medicinali per l’autorizzazione.
- DESCRIZIONE DEL CAMPIONE
I dati preliminari si riferiscono a un campione di 434 professionisti sanitari: 209 oncologici intervistati al congresso nazionale dell’Associazione italiana di oncologia medica (Roma, 16-17 novembre 2018), 135 farmacisti ospedalieri al congresso nazionale della Società italiana di farmacia ospedaliera (Napoli, 29 novembre – 2 dicembre 2018) e 95 dirigenti sanitari, dirigenti amministratici, medici, infermieri e tecnici partecipanti alla prima convention del Management della sanità organizzato dalla Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Roma, 7-9 novembre 2018). Il campione ha una età media di 22 anni con una parziale prevalenza di donne (61%). La provenienza geografica è in egual misura dal nord (34%) e dal centro (34%) contro il 21% del sud e il 3% delle isole.
- ANALISI DEI RISULTATI
Dalle risposte del questionario che comprendeva otto domande si osserva una marcata divergenza di visione su alcuni aspetti a seconda della categoria professionale di appartenenza. Per esempio la figura professionale che ha maggiormente a che fare con il problema delle priorità per i dirigenti sanitari e gli operatori sanitari ospedalieri o dell’aziende sanitarie (51%) è quella del decisore politico che lavora alla programmazione sanitaria, perché il priority setting è una partita che si gioca “a monte” dell’assistenza sanitaria; mentre per gli oncologi (72%) e i farmacisti ospedalieri (58%) è Il professionista sanitario – medico, farmacista, infermiere – che deve comprendere a quale problema clinico e assistenziale dedicare la maggiore attenzione e decidere di conseguenza.
Determinazione delle priorità: secondo lei, quali figure professionali hanno maggiormente a che fare con questo problema?
Vi è invece un accordo comune sul fatto che il bisogno di salute sia il criterio guida nelle definizione delle priorità relative al servizio sanitario, a seguire il contesto organizzativo e le risorse economiche. L’impatto politico sembra invece avere una rilevanza del tutto secondaria nel contestualizzare le scelte: solo quattro dei risponditori lo ritengono tale.
Il bisogno di salute giustificherebbe la decisione di rendere prioritarie alcune prestazioni sanitarie a specifici gruppi di pazienti che trova un marcato consenso nell’82% dei risponditori.
Le scelte di priorità relative ai servizi sanitari o ai volumi di prestazioni sanitarie vanno contestualizzate principalmente rispetto a: | Secondo lei, è giustificabile riservare risorse o specifici interventi/prestazioni sanitarie (per esempio, in ambito trapiantologico) preferenzialmente a specifici gruppi di pazienti? |
Una delle domande riguardava la valutazione delle tecnologie sanitarie, cioè se andrebbe svolta a livello nazionale, per arginare la disuguaglianza di offerta di prestazioni, a livello regionale, per equilibrare istanze locali e programmazione centrale, a livello di azienda sanitaria o ospedaliera, per determinare le priorità in rapporto ai contesti di utilizzo, oppure a livello internazionale, essendo le problematiche comuni e ottimizzando così i costi e i tempi. Il sentiment è diviso tra le diverse opzioni con una maggiore preferenza per la valutazione a livello nazionale, in particolare tra gli oncologi (52%), e con uno scarso consenso per quanto concerne la valutazione internazionale (9%).
La quasi totalità dei professionisti sanitari ritiene che ad avere maggiore peso nella determinazione dei tempi del processo di valutazione per l’approvazione di un nuovo farmaco dovrebbe essere la rilevanza del problema clinico legato all’indicazione terapeutica.
Secondo lei, la valutazione delle tecnologie sanitarie (HTA) dovrebbe essere… | Quale aspetto dovrebbe essere tenuto in massimo conto nella determinazione dei tempi del processo di valutazione di nuovi medicinali per l’autorizzazione all’immissione in commercio? |
dicembre 2018