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Fake e postverità Interviste

Informazione certificata all’origine

La risposta dell’Istituto superiore di sanità per contrastare la disinformazione in rete.

Intervista a Walter Malorni

Direttore del progetto ISSalute

By Ottobre 2018Dicembre 1st, 2021Nessun commento

Per contrastare la disinformazione in rete l’Istituto superiore di sanità ha creato un portale indipendente per i cittadini, ISSalute, con informazioni certificate prodotte negli stessi luoghi in cui si fa ricerca. “Abbiamo finalmente capito la necessità di comunicare con i cittadini”, spiega Walter Malorni, direttore del progetto ISSalute.

Qual è la sfida maggiore per un istituto di ricerca che vuole rispondere alla domanda di informazione su temi che riguardano la ricerca e la salute?
È il saper comunicare con un linguaggio comprensibile anche al cittadino comune. Spesso i ricercatori tendono a parlare solo tra di loro senza porsi il problema di come rendere accessibile alla società il sapere scientifico. Abbiamo accettato questa sfida creando il portale ISSalute, non sponsorizzato, dedicato interamente al cittadino con la collaborazione di medici e ricercatori sia dell’Istituto superiore di sanità sia di altri enti pubblici di ricerca italiani che offrono la loro consulenza gratuita per la produzione dei contenuti. È stata una dura prova perché fare comunicazione nel nostro paese è piuttosto difficile per un ente pubblico senza ottenere finanziamenti esterni, ancor di più per un istituto di ricerca che ha a disposizione un budget ristretto per la comunicazione.

Che tipo di informazione offre ISSalute?
Un’informazione evidence-based che trasmette messaggi positivi. ISSalute vuole essere un punto di riferimento istituzionale per il cittadino, con più di un migliaio di schede su cause, disturbi, cure e prevenzione delle malattie e circa 170 schede su falsi miti o vere e proprie “bufale”.

Come scegliete i temi da pubblicare?
Selezioniamo i temi più caldi del momento, che sono oggetto di pubblica discussione. Inoltre, a partire dalle segnalazioni dei cittadini individuiamo gli argomenti che più incuriosiscono come abbiamo visto essere, per esempio, gli stili di vita e l’ambiente. Un altro canale è la ricerca su banche dati che è utile anche per intercettare bufale e falsi miti che vengono dal passato più remoto ma ancora attuali.

C’è interazione con i media?
Certamente. Una delle problematiche maggiori nel campo delle fake news è che talvolta la notizia è giornalisticamente di grande interesse ma sono stati tradotti in modo fuorviante i risultati della ricerca. Puntare a un’informazione sensazionalistica garantisce più lettori e più like ma di contro può tradursi in disinformazione. La sfida – non solo per noi ricercatori ma anche per i giornalisti – è quindi riuscire a essere abbastanza interessanti e chiari per essere letti ma allo stesso tempo trasmettere un’informazione corretta e rigorosa onde evitare false speranze o vere e proprie fake news.