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Introduzione

Marina Davoli, Giuseppe Ippolito

La medicina corre veloce

Marina Davoli, Dipartimento di epidemiologia, Servizio sanitario regionale del Lazio, Asl Roma 1

In questi anni con il progetto Forward abbiamo provato a star dietro a una medicina che corre veloce. Nella giornata di oggi, con le parole scelte, vogliamo fare il punto: una medicina che corre veloce forse rischia di dimenticare gli invisibili; per guidare questa macchina che corre servono competenze nuove, vivaci; lo scenario in cui ci muoviamo, il nostro sistema sanitario, sta vivendo un momento di grande difficoltà e ha bisogno di ripartire; infine, oggi la medicina è strettamente connessa al clima.
Anche la ricerca è fortemente interessata a sapere come e verso dove sta correndo la medicina, e per questo abbiamo invitato a essere con noi Giuseppe Ippolito.

La sfida dell’innovazione

Giuseppe Ippolito, Direzione generale della ricerca e dell’innovazione in sanità, Ministero della salute

Vengo sempre volentieri a 4words perché è rimasto uno dei pochi spazi di discussione e riflettere è diventata una possibilità per pochi. Oggi, dato il contesto, vorrei parlare di innovazione. Ci troviamo in una fase in cui si è chiusa una rivoluzione culturale e si è aperta una rivoluzione tecnologica, che però non ha ancora dato i risultati sperati. Dobbiamo tenere a mente, infatti, che non c’è innovazione tecnologica se questa non è realmente per tutti e se parallelamente non vi è un’innovazione sociale. Ancora, non c’è innovazione tecnologica senza l’epidemiologia valutativa, che dovrebbe entrare nei percorsi, siano essi diagnostici, clinici o di accesso ai trattamenti. È necessario valutare sia l’efficacia sia l’efficienza. Bisogna sostenere il servizio sanitario pubblico capendo qual è l’appropriatezza delle iniziative, anche per un discorso di sostenibilità economica. Se, infatti, tutte queste nuove tecnologie non saranno ben utilizzate non ci sarà nessuna ricaduta.
Occorre, quindi, ripensare un sistema a mente lucida, cercando di capire quali sono i bisogni reali delle persone, con un mondo di “anziani” che si impegni a fianco dei più giovani a cogliere la sfida dell’innovazione aumentando le capacità e le competenze nel Paese.